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Il viaggio dell’eroe – terza e ultima parte

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rock-climbing-victory-743004-mBuon giovedì a tutte ragazze di ogni età! Siete pronte per la terza ed ultima parte sul viaggio dell’eroe? (per leggere la prima e la seconda parte andate ai post precedenti li trovate qui http://blog.donnamoderna.com/coaching-caffe/?s=viaggio+eroe). La scorsa volta eravamo arrivate al punto in cui arrivano i maestri e in cui l’eroe ha oltrepassato la soglia per entrare in un nuovo territorio. Il passo successivo è quello di affrontre la sfida o il “demone” che incontrerà o che spesso ha già incontrato. I demoni proprio come i maestri, possono essere di varia natura. Nei racconti vengono identificati con i “cattivi”. Ma la realtà è che i demoni e le sfide non sono necessariamente malvagi. Anzi. Spesso sono ciò che serve all’eroe per adempiere al suo scopo di vita. Affrontare il demone, segna una sorta di rito di passaggio dalla vita del “prima” a quella del “dopo”. E quando togliamo da questo ogni traccia di vittimismo, tutto quello che inevitabilmente rimane è un’evoluzione. Entrando nella vita reale un demone può essere una malattia, una persona che sentiamo ci ostacola nella vita, un episodio di mobbing o bullismo, un tradimento, un fallimento aziendale, una relazione complicata. Un demone può essere anche una comunità (familiare, scientifica, sociale) che si oppone alle nostre idee più profonde. Una volta che identifichiamo il nostro attuale “demone”, verrebbe naturale credere di doverlo per forza combattere: errore! Tutto quello che davvero dobbiamo fare con il demone (o la sfida) è trasformarlo. Ed è proprio la trasformazione del demone il passo successivo nel nostro viaggio.

La cosa interessante è che per sfidare il demone, l’eroe deve sviluppare una o più abilità (fisiche o mentali) all’interno di sé. Parliamoci chiaro: fino a questo momento i più grandi balzi che ha compiuto l’umanità in termini di comprensione della vita, sono stati a seguito del superamento di una situazione dolorosa. Significa che siamo sempre destinati a passare per la sofferenza per comprendere la natura delle cose? No, affatto. Significa che ancora molti di noi, imparano a nuotare solo quando l’acqua arriva alla gola, ma di fatto nessuno vieta di farlo con il giusto tempo quando l’acqua arriva alle gambe . L’eroe allora completa il suo allenamento, si prepara alla sfida. Possono esserci ancora delle cadute per l’eroe, ma il suo rialzarsi diventa sempre più veloce, il suo scrollarsi di dosso la polvere sempre più immediato: ora infatti è sveglio, conosce la sua chiamata e trae forza da essa. La vera trasformazione del demone arriva quando l’eroe realizza dentro di sé che anche quel demone che tanto l’ha fatto soffrire ha avuto uno scopo importante, senza il quale non avrebbe mai intrapreso il suo viaggio. Ed è in quella realizzazione profonda che avviene dentro di sé, che finalmente l’eroe diventa un’eroe libero. La sfida o il demone vengono trasformati dentro di sé per sempre e come risultato dell’impresa dell’eroe il suo interno mondo ne viene influenzato: certo in alcuni casi il demone può essere proprio sconfitto, ma è importante anche comprendere che quando la percezione che abbiamo di quel demone in noi cambia, le nostre azioni saranno diverse. Qualche esempio eclatante? “Le nostre idee camminano sulle vostre gambe” per citare Falcone e Borsellino nel nostro paese. Qualche altro esempio? La lotta per i diritti civili di Martin Luther King. O se preferiamo il cinema, Massimo Decimo Meridio del Gladiatore che muore sull’arena, ponendo fine al dominio di un tiranno…  ma il viaggio compiuto da chiunque di noi, ha uguale importanza: anche quello di una madre o un padre che superano la morte di un figlio, o di una coppia che rimane insieme a seguito di un momento difficile, o di una persona malata che vive con leggerezza la sua malattia è un viaggio dell’eroe.  Il compimento del viaggio, si tramuta sempre in un miglioramento del sistema nel quale l’eroe vive. Sempre. Adempiendo alla sua chiamata, l’eroe non trasforma solo sé stesso e il suo demone ma l’intero mondo.

Il viaggio dell’eroe termina con un RITORNO A CASA. A volte può essere la morte che giunge, ma nella maggior parte dei casi accade che dopo le sue mirabolanti avventure e le realizzazioni che ha avuto, l’eroe è pronto per tornare da dove tutto ha avuto inizio e spesso sceglierà di aiutare altri a percorrere un viaggio che lui stesso ha già compiuto. Non è un caso che l’eroe diventi presto il mentore di qualcun altro, iniziando lui stesso un nuovo viaggio. Il ciclo parte ancora una volta, in un viaggio senza fine di cui tutti facciamo parte e in cui tutti, ma proprio tutti siamo collegati…

Quali sono le vostre impressioni a caldo (o a freddo) sul viaggio dell’eroe? A che punto siete del vostro? Commentate qui sotto, e condividetelo con le persone importanti! Alla prossima piccole e grandi eroine ed eroi che state leggendo…

A presto, la vostra coach,
Chiara


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